venerdì 30 maggio 2014

A Cuneo un orribile monumento in onore alla Resistenza

Cuneo, 30 maggio 2014
Carissimi, vengo a voi con questa mia per portarvi a conoscenza dell'orribile monumento alla Resistenza che si trova nel Comune di Cuneo.
Ma come mai è stato costruito?
Monumento alla Resistenza - Cuneo
Sul sito ufficiale del Comune di Cuneo si legge che: "Il 10 giugno 1940, con la dichiarazione di guerra alla Gran Bretagna e alla Francia, la città è invasa da migliaia di reclute. La Seconda Guerra Mondiale porterà molti cuneesi al fronte, in particolare su quello russo: pochi riusciranno a tornare a casa. Il giorno successivo alla caduta di Mussolini, il 25 luglio del 1943, Duccio Galimberti, con un discorso dal balcone della sua casa, rivitalizza le coscienze richiamando la gente di Cuneo alla guerra contro i Tedeschi: la risposta consisterà nell'elevato apporto dei Cuneesi al volontariato partigiano.
Il 12 settembre 1943 i carri armati tedeschi entrano in città. L'assassinio di Galimberti e il rogo di Boves sono gli episodi più tragici dell'occupazione tedesca, che durerà fino all'avanzata partigiana dell'aprile del 1945. 
Per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana, Cuneo è stata insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare il 1 agosto 1947.
A Cuneo si costruisce, non a caso, il monumento alla Resistenza Italiana". (Fonte: www.comune.cuneo.gov.it/)
Il monumento in questione, quindi, è stato costruito come "atto dovuto" a chi - di propria volontà e iniziativa - ha contribuito a rimpolpare le fila del movimento partigiano.
Perché allora non costruire anche un monumento per celebrare i tanti Cuneesi che con orgoglio hanno sostenuto il governo di Mussolini?
La risposta la troviamo nel sito dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia che scrive: "Per venti mesi ininterrotti, possente e paziente, la città dei sette assedi promosse, organizzò, sostenne con animo indomito e costante, nelle montagne e nelle pianure della provincia, la guerra partigiana, di cui fu il cuore generoso ed il cervello sagace. 
Dal primo momento della lotta sino alla liberazione, offrendo prodigalmente al movimento partigiano il fiore dei suoi figli, non piegando dinanzi all'oppressione inumana, sopportando fortemente pene e sacrifici, fu esempio, simbolo, guida, espressione delle virtù militari e dei valori civili della resistenza. 2000 caduti, 1000 assassinati, 2200 invalidi, 1400 deportati costituiscono il suo glorioso serto stillante sangue purissimo di eroi, dalla Patria riconoscente consacrati alla immortalità. 
Cinta d'assedio e presa d'assalto dagli stessi suoi figli partigiani, unendo l'impeto degli assalitori alla insurrezione concorde dei cittadini, con una battaglia di quattro giorni per le strade insanguinate, seppe con le sole sue forze risolvere l'abbraccio filiale dell'ottavo assedio nel trionfo della liberazione". (Fonte: www.cuneo.anpi.it)
Da queste righe viene fuori chiaramente che solo e soltanto coloro i quali presero parte alla guerra partigiana sono degni di ricordo e menzione.
E le loro vittime? E le persone malmenate dai Partigiani? E i giovani fascisti fucilati nei boschi dai "sagaci" ed "indomiti" liberatori?
Quante mamme hanno pianto i loro figli uccisi dai membri del movimento di liberazione nazionale? Queste mamme non avevano il diritto di avere un luogo ove deporre un fiore in memoria dei loro figli?
Carissimi, come sempre ho cercato di documentare ed argomentare la mia tesi perché credo che queste lettere debbano avere una funzione di informazione sui fatti.
Non voglio "indottrinare" nessuno in quanto non sono né uno storico né un uomo che ha vissuto quel periodo ma voglio offrire il mio ricordo a tutti quei poveri Italiani morti per mano di un "esercito" partigiano che ha commesso crimini e barbarie innegabili e innumerevoli.
La storia porta con sé dolori e sofferenze. Sicuramente ci sono stati partigiani che si sono comportati in modo equo ma quanti hanno abusato della loro posizione per sfogare frustrazione e rabbia su chi aveva la sola colpa di aver seguito il Duce?
Prima di lasciarvi vi ricordo che per approfondire questo tema e per avere un'idea più precisa sui fatti storici di quel periodo potete leggere: "Il sangue dei vinti - quello che accadde in Italia dopo il 25 aprile" di Giampaolo Pansa.
Andrea Elia Rovera
andreaeliarovera@yahoo.it

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