sabato 14 giugno 2014

Nencini parla di Matteotti

Cuneo, 14 giugno 2014
Carissimi, vengo a voi con questa mia per mettervi a conoscenza di quel che ha scritto Riccardo Nencini, Segretario Nazionale del "Partito Socialista Italiano", a proposito del 90° anniversario della morte di Giacomo Matteotti.
"Matteotti fu uno straordinario socialista eretico.” Inizia così il breve discorso dedicato a Giacomo Matteotti, tenuto da Riccardo Nencini, segretario del Psi, oggi pomeriggio al Lungotevere Arnaldo
Da Brescia, dove si è svolta la commemorazione del martire socialista ucciso dal fascismo, nel giorno del novantesimo anniversario dall’uccisione. 
Alla commemorazione c’erano anche il presidente della Fondazione Giacomo Matteotti, parlamentari e militanti socialisti , il capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza e Guglielmo Epifani.
“Matteotti non ebbe nessun timore a parlare pubblicamente dell’amore e  della complicità con la moglie Velia; per un uomo politico dei primi del 900 era un fatto formidabile e diverso”- ha raccontato Nencini. “L’eresia di Matteotti stava anche nella politica rivoluzionaria e atipica dell’amministrazione locale. Ed era un politico moderno: conosceva le lingue e aveva rapporti internazionali, infatti  pubblica per la prima volta  a Londra la storia delle malefatte fasciste in Italia”- ha aggiunto il Segretario del Psi. 
Matteotti è il primo a ritenere lo squadrismo fascista come portatore di una logica legata alla conquista dello Stato con mezzi anti-Stato. Non veniva vissuto dalle classi dirigenti dalla sinistra di allora come il metodo attraverso il quale occupare lo Stato, perché c’era una strana connivenza in quella sinistra. Il giudizio peggiore venne dato dalla classe dirigente del  nascente partito comunista del ’21. Gli interventi in aula alla Camera di Togliatti e Gramsci del dopo-omicidio Matteotti, furono lapidari. Togliatti disse: i nemici della sinistra italiana sono: Turati, Sturzo e Mussolini. Ecco perché l’eresia socialista di Matteotti è l’eresia nel nome della libertà, perché veniva percepito come ‘diverso’ nella stessa sinistra. Quella frase di Matteotti, ‘uccidete pure me ma l’idea che è in me non la ucciderete mai’, descrive il coraggio del personaggio nel fare delle scelte difficili. E’ un peana alla libertà. 
La straordinaria vita di Matteotti dovrebbe essere da esempio a questa Italia indebolita e fragile, per farci tornare ad una nuova etica civica”- ha concluso Nencini". (Fonte: www.partitosocialista.it)
Carissimi, ognuno di voi si faccia la sua idea e tiri le sue conclusioni. Io, per dovere morale ho pensato fosse necessario condividere questo pensiero senz'altro discutibile. Cosa ne pensate?
Andrea Elia Rovera
andreaeliarovera@yahoo.it

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